Dopo l’articolo sulla nostra giovane scrittrice Francesca Sartori, autrice di “Sotto la cenere”, pubblichiamo l’intervista che ci ha concesso Monica Maratta sul suo romanzo d’esordio “COME FIORI TRA LE MACERIE” (Capponi Editore, 2017, € 15,00).

Monica, da cosa nasce il tuo romanzo d’esordio “Come fiori tra le macerie”? A cosa ti sei ispirata?

Il personaggio a cui mi sono ispirata per scrivere il romanzo è stato quello di mia nonna. Tuttavia nel periodo della stesura mi sono ritrovata a leggere libri che mi hanno permesso di respirare l’atmosfera del Ventennio fascista e della guerra. Tali opere sono: “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi, “La Storia” di Elsa Morante e ovviamente “La ciociara” di Alberto Moravia. Libri che tutti dovrebbero leggere per non dimenticare.

Ti senti vicina o simile alla protagonista del tuo romanzo?

Mi sento molto vicina, non potrebbe essere diversamente poiché la protagonista del mio romanzo è la mia amata nonna paterna. Questo libro è stato un dono d’amore che ho voluto farle.  Anche caratterizzare il suo personaggio è stato facile, dato che l’ho conosciuta dal vivo e ho percorso molti anni della mia vita al suo fianco.

La vicenda di “Come fiori tra le macerie” è ambientata tra gli anni Venti alla Seconda Guerra Mondiale; come ti sei documentata per raccontare in modo realistico questo momento storico?

Le prime fonti sono state le memorie di mio padre sulla sua infanzia e sul paese di origine. Ho potuto documentarmi anche sul posto in quanto Sant’Apollinare è un luogo che visito spesso per andare dai parenti. Riguardo la parte storica del romanzo, mi sono avvalsa dello studio dei saggi sul territorio e più in generale di quelli inerenti la Seconda Guerra Mondiale.

 C’è una parte della storia ritieni più significativa? Quale parte, invece, ti ha coinvolto maggiormente al momento della redazione o hai trovato più complessa da narrare?

La parte della storia che ritengo più significativa è quella in cui racconto i tristi giorni del bombardamento degli alleati ai danni dell’intera zona del Cassinate. Vennero rasi al suolo molti paesi e i rifugi dove si era nascosta la povera gente che non aveva più una casa. Furono momenti drammatici, dove morirono numerose persone.

La parte che mi ha davvero coinvolto emotivamente riguarda ogni paragrafo in cui narro l’infanzia di mia nonna, una donna che, come molte all’epoca, ha avuto una vita triste. Ho notato che il lettore ritrova i propri nonni leggendo il mio romanzo.

Perché hai scelto il titolo “Come fiori tra le macerie”?

Fin dall’inizio ho avuto bene in mente il preciso significato che doveva avere il titolo del mio romanzo. I “fiori tra le macerie” sono tutte le persone che vivevano nel paese di mia nonna e che, appunto, proprio come i fiori, rinascono dalle macerie per simboleggiare la forza d’animo, la voglia di ricominciare e ricostruire la propria vita dopo l’immane tragedia. La vita sarà sempre più forte della morte.

Quale messaggio hai voluto trasmettere ai tuoi lettori?

Pur narrando la vicenda tragica della guerra, con il mio libro voglio diffondere un messaggio di speranza. La storia ci insegna che si può andare avanti e ricominciare, più forti di prima. Ho voluto ricordare quanto fosse difficile la vita dell’epoca anche quando non incombeva la guerra, a causa della miseria, dell’analfabetismo ecc. Noi oggi siamo fortunati, ma spesso ce ne dimentichiamo.

Raccontaci l’emozione di questo tuo primo libro. Come è stato scrivere e pubblicare “Come fiori tra le macerie”?

L’emozione di questo mio primo libro è stata immensa perché Capponi Editore mi ha dato la possibilità di pubblicare per la prima volta. Ho esordito con questa casa editrice. La gioia di sapere che, nell’ambito dell’editoria, una figura professionale ha apprezzato il tuo lavoro e crede nelle tue capacità di scrittore, è qualcosa di indescrivibile.

 Quando hai capito di poter essere una scrittrice?

Nonostante fosse sempre stato il mio sogno nel cassetto, ho iniziato a scrivere solo tre anni fa. Ho cominciato pubblicando racconti interattivi su una piattaforma internet e quando mi sono resa conto di ricevere riscontri positivi, mi sono decisa a pubblicare seriamente.

 

Continua…

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